Nonostante siano ormai circa tre anni e mezzo che la "crisi" o presunta tale si è abbattuta sull'Italia, di conseguenza sulle aziende, ci sono molte cose che continuano a non essermi chiare. Non trovando nessuno in grado di fornirmi risposte e chiarimenti in merito provo ad esporre i miei dubbi alla "rete".
Non conoscendo altre realtà lavorative porto gli esempi dell'azienda nella quale lavoro da undici anni (circa 650 dipendenti). Sorvoliamo sul "vecchio" problema della gestione dei turni personale/cassa integrazione che continua a non essere equa per tutti, ok per questo ci è stato detto che se non si è polivalenti è normale che se viene a mancare il lavoro per un determinato ruolo è giusto che la persona che ricopre quel ruolo rimanga in cassa a tempo indeterminato.
Da Settembre 2011 stiamo lavorando a settimane ridotte, ovvero dal lunedì al giovedì, mentre la giornata del venerdì risulta per tutti (salvo i comandati) di cassa integrazione (8h). Da qualche settimana sembra che ci sia stato un altro calo produttivo per il quale è stato ridotto ulteriormente l'orario di lavoro. Nel mio specifico caso sto lavorando 6h dal lunedì al giovedì e le restanti due ore sono di cassa integrazione straordinaria (da quello che so richiesta richiesta per ristrutturazione aziendale e non per calo produttivo).
Nella ristrutturazione aziendale rientra anche un piano di riqualifica professionale, per la quale stanno svolgendo dei corsi (ovviamente obbligatori). A me oggi è toccato fare tre ore (13:30 - 16:30) di corso di utilizzo del software gestionale (SAP), di basi di excel e ambiente e sicurezza.
Mi sta "bene" che i corsi siano obbligatori, mi sta bene che venga deciso di farli per il personale durante le ore di cassa integrazione ma non mi spiego la frase che ci è stata detta, per la quale, sono stati organizzati in maniera da ottimizzare e distribuire al meglio le ore in maniera da causare il minor disagio ai dipendenti. A questo punto la mia domanda è: "perché se io questa settimana ho lavorato dal lunedì al giovedì per 6h e le restanti 2h sono tornato a casa in cassa integrazione mentre oggi che risultavo 8h in cassa mi è stato chiesto di fare 30Km (andata) + 30Km (ritormo) per partecipare al corso di 3h mentre per mio modo di vedere con un minimo di sbattemento in più a livello di gestione, non si sarebbe potuto distribuirlo nelle due ore di cassa integrazione dei giorni durante i quali il personale era già presente in azienda?"
C'è un altra domanda che mi assilla sulla quale mi piacerebbe avere delucidazioni ma che per ora non mi tocca direttamente.
Sempre per la riqualifica professionale del personale sono in atto dei corsi di 400h sempre indirizzati al personale che risulta in cassa integrazione straordinaria. Non so con esattezza il numero di colleghi che vi stiano partecipando ma ad esempio nel laboratorio nel quale lavoro io hanno inserito due colleghi (uno dal reparto presse ed uno dall'industrializzazione) ad imparare ad usare strumenti e macchinari di misura. Loro a mio avviso sono tra i più fortunati di questo giro di corsi perchè nei reparti produttivi hanno spostato operatori da un reparto ad un altro per imparare nuove lavorazioni.
Sembra che sia capitato che un operatore del reparto presse sia stato inserito alle lavorazioni meccaniche per imparare ad utilizzare i lapidelli che potrò sbagliarmi ma non è necessario un corso di 400h per imparare ad usare quel tipo di macchinario (senza svalutare assolutamente il lavoro e chi lo svolge). Quindi qui sorge la mia seconda domanda:
"se delle 400h se ne impiega ad esempio 40 per imparare ad usare un macchinario le restanti 360h di corso obbligatorio si trasformano in realizzazione della produzione dei particolari pianificati del reparto? Quindi, se ci fosse un collega di questo operatore a casa in cassa integrazione per il calo produttivo non dovrebbe rientrare lui in forza lavoro al posto di far produrre una persona che risulta in cassa e che dovrebbe seguire dei corsi di riqualifica professionale?"
0 commenti:
Posta un commento