23 ottobre 2009

2 anni di crisi - lettera aperta

Sono un  dipendente della Gammastamp s.p.a. di Bianzè, una delle aziende più grandi del Vercellese. Il settore in cui opera è quello dell'automotive, quindi uno dei più colpiti da questa crisi che ora mai da quasi un anno affligge il mondo. E' vero che i media, della crisi, parlano di continuo facendo anche molti speciali con ospiti illustri del campo industriale e/o finanziario, ma sempre meno spesso si sentono reali opinioni dal basso, da quelli che la crisi, reale o presunta, la accusano sulle proprie spalle e nelle loro tasche. Noi ovviamente non possiamo argomentare o discutere il lato finanziario della crisi ma ci piacerebbe poter raccontare quello che effettivamente stiamo vivendo noi dipendenti.
Un anno fa, all'inizio della crisi e dei cali produttivi, ci è stato chiesto di andare incontro all'azienda consumando ed esaurendo le ore di ferie personali e già si parlava di cassa integrazione anche se ci veniva detto di non preoccuparci. Pochi di noi od addirittura nessuno conosceva il funzionamento e le leggi che regolamentano questo ammortizzatore sociale. Infatti ci siamo entrati totalmente al buio ed a testa bassa in quanto sono state fatte assemblee assolutamente inesaurienti dal punto di vista dell'informazione. La cosa che ci veniva detta più spesso era di non preoccuparci che sarebbe stato tutto pianificato e gestito in maniera da garantire una turnazione dei dipendenti in modo da rendere il più possibile eque le perdite economiche in busta paga. Quello che possiamo dire a distanza di un anno è che tutto questo non è avvenuto. Tanto per cominciare veniamo informati al venerdì di ogni settimana sul nostro "destino" della settimana successiva. La disorganizzazione (voluta o meno) ed i favoritismi come nella peggiore tradizione italiana hanno permesso alla dirigenza di lasciare in cassa persone fino a nove settimane consecutive mentre altre ne hanno fatte decisamente meno od addirittura non hanno fatto periodi di cassa integrazione. Già questo di per sè è per noi molto grave ma la cosa più assurda è stata vedere cose del tipo: persone segnate in cassa integrazione venire comunque a lavorare senza timbrare, persone che finito il loro orario lavorativo timbrano e restano in azienda a lavorare per ulteriori ore, persone fare straordinari in settimana ed addirittura al sabato e tutto questo mentre altri dipendenti degli stessi reparti sono in cassa integrazione. Noi capiamo e siamo contenti dell'esistenza degli ammortizzatori sociali ma ci sentiamo nauseati dal loro scorretto utilizzo e pessima gestione e ci chiediamo se non esistano enti statali preposti alla vigilanza ed al controllo di queste situazioni. Proprio ieri dalla dierzione è stata inviata ad un quotidiano una lettera (pubblicata) che smentiva lo stesso che dichiarava che la Gammastamp aveva circa il 70% dei dipendenti in cassa integrazione dichiarando che negli ultimi tre mesi la forza lavorativa si aggirava intorno al 80%. Non hanno solo spcificato che i produttivi (reparti) lavorano quasi a pieno regime mentre i servizi (uffici tecnici, amministrativi e magazzini) sono ben sotto al 50%.
Dalla settiamana prossima entreremo in Cassa integrazione straordinaria per 52 settimane ed anche su questa non ci è stata data nessuna spiegazione e chiarimento al di fuori delle voci di corridoio. Anzi io e tutti i miei colleghi dell'ente Qualità siamo stati informati alle 15.06 via mail dal nostro responsabile dei turni della prossima settimana durante la quale saranno presenti 8 persone sulle 20 in forza prima dell'inizio della crisi (nel frattempo alcune sono state già spostate di ruolo e messe nei reparti produttivi). Potete solo immaginare in che clima lavorativo ci troviamo, girando per l'azienda si percepisce nell'aria uno sconforto ed una demoralizzazione generale.
Mio nonno diceva "verranno i tempi migliori"... nonno li stiamo aspettando!

EDIT: Cliccando QUI potrete vedere un video di un anno fa'! Come si capisce le cose son peggiorate!!





2 commenti:

Che dire Jap...mi trovi in pienissimo accordo sul punto "ci chiediamo se non esistano enti statali preposti alla vigilanza ed al controllo di queste situazioni.".
Inoltre mi chiedo anche: "Ma dove sono finiti i sindacati?", non dovrebbero tutelarci/vi da queste sistuazioni?
Ciao LaMbo


Sante parole jap condivido pienamente , lo stato distribusce alle aziende fondi senza il minimo controllo , e i sindacati  da quando sono
divisi da interessi  politici , hanno perso il loro potere .
Il sindacato deve tornare come una volta, di categoria , quando si chiamava  Sindacato dei Metalmeccanici.
ciao teddy

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