31 marzo 2006

Caneddu

Oggi facendomi il mio solito giro/lettura blog sono passato a far visita a quello di Fabrizio il blog delle edizioni la lontra. A dir la verità era qualche giorno che non lo visitavo. Quindi ho scoperto solo oggi che  martedì 28/03 aveva postato un giochino ispirato da una vignetta (quella qui sotto) di uno strano animale disegnato da Daniele De Battè (coautore ed illustratore del libro Nero+) battezzato Caneddu.

Il gioco consiste nel scrivere due righe (righa + o righa -) su quello che questo animaletto smuove nei nostri animi.
Io ho partecipato con il testo di seguito. Se volete partecipare andate sul blog della lontra ed inserite le emozioni che vi scaturiscono da questo cucciolino.



 Caneddu


Aveva quell’occhione gonfio di lacrime. Certo che ne deve aver passate nella sua, pur breve, vita. Me lo immagino come se lo avessi visto con i miei occhi. Chiuso in una gabbia due metri per uno. Li era nato ed aveva passato i suoi primi mesi di vita. Veniva continuamente deriso a causa delle sue malformazioni che una madre natura ingiusta gli aveva assegnato. Vide i suoi fratelli e sorelle essere adottati uno dietro l’altro da ottime famiglie. Passò lunghi giorni di sconforto e solitudine. Ma un bel giorno venne scelto anche lui. Era una bella bimba con delle treccine bionde simpaticissime. Quel giorno, gli fece fin male la coda da quanto scodinzolò. Passò mesi indimenticabili. Veniva coccolato, abbracciato, strizzato e a dirla tutta anche un po’ viziato. Arrivò la bella stagione. Lui era ancora più felice perché lo portavano al parco a giocare con gli altri cagnoni. Un giorno salito sulla macchina si rese conto di percorrere più strada del solito. Finalmente si fermarono. La portiera si aprì e lui come un fulmine saltò giù. Che bello!!! Tutto fiero a correre in un nuovo parco molto più grande del solito vicino a casa. Doveva per forza di cose marcare anche quel terreno. Non fece in tempo a finire che non vide più la sua macchina con la bimba dalle treccine bionde. Nel vano tentativo di raggiungerla, con quelle sue gambette, guaì talmente tanto da infiammarsi le corde vocali. Camminò per chilometri sotto un sole infernale finché non giunsi io a prenderlo per condurlo dove non avrebbe più sofferto. IL PARADISO DEI CANI!!!


P.S. Non abbandonate i vostri fedeli amici!

3 commenti:

bello jappps...mi piace il racconto di caneddu!

GRAZIE, come al solito grazie di cuore, sei un vero amico!

Fabrizio.

PS: ti aspetto sulla Riviera

@ martinz: son contento che ti piaccia!


@ fabrizio: Grazie a te che mi hai dato lo spunto per scrivere due righe! Fa sempre bene smuovere i neuroni!

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