Terzo racconto per tutti

Pensavate che avessi finito ma no eccovene un altro! Questa volta molto breve ma molto intenso. Ammetto anche che è chiaramente e volutamete tratto da due fatti realmente accaduti rivisti e corretti a mio modo di vedere e sovrapposti facendo incontrare due persone cosi lontane in tutto e per tutto! in pochi le identificheranno e capiranno entrambe le situazioni. Ma forse è un bene così!

Un sogno

Gambe fredde. Senso di leggerezza. Formicolio alle mani. Odore sterile. Sapore di caffè. Apro gli occhi. Luce abbagliante. Riprovo un occhio per volta. Stato confusionale. Non riconosco la stanza. La donna accanto piange nervosa. Non è mia moglie. Seguo il suo sguardo. Occhi. Pavimento. Lametta. Uno zampillo di sangue. Connetto. Continua confusione. Perché mi trovo qui? E dove? Qualcosa dovrò pur fare. Rifletti… stai calmo… La camicia. Dai! Lo hai visto fare in TV. Strappo un pezzo di manica. Adrenalina. Pulsazioni. Un lungo respiro. Le afferro un braccio. Lego il polso. Stringo. Altro pezzo di manica. La donna sviene. No! Non ora! Altro respiro profondo. Mi affretto a legare l’altro polso. Sirene. Luci blu. Barella. Flebo. “No non è mia moglie”. Dottori. Infermieri. Sala d’attesa. Moduli. “No non la conosco”. “Attenda, dovremmo farle altre domande”. Mi siedo. Attendo. Fredda. La sedia è molto fredda. Stato confusionale. Giovane in lacrime. Mi sfiora la spalla. Mi parla. “non ce l’ha fatta!” Luce abbagliante. Clacson. Inchiodata. Uno sguardo. Adrenalina. Mi sveglio di soprassalto. Scrivania. Fogli. Matite. Gomma. Devo finire il progetto. Lo screen saver comunica che sono le 03:13A.M. Salvo il file. Arresto il sistema. Mia figlia è già a letto. Continuerò domani. Buona notte!

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